Differenze tra le versioni di "Storia di Balocchi Augusto"
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[[file: Augusto.jpg|400px|thumb|center|Benvenuto Fosca Ambrogio Augusto 1926]] | [[file: Augusto.jpg|400px|thumb|center|Benvenuto Fosca Ambrogio Augusto 1926]] | ||
Il padre Benvenuto, era nato a la Cappella, casa/osteria, oggi vicina alla chiesina di Selva, nel 1886. Era figlio di Ambrogio e di Virginia Bulgarini di Piano, che sopportò una vita molto faticosa e movimentata, finendo a Selva tabaccaia con 11 figli da almeno 4 uomini diversi. | Il padre Benvenuto, era nato a la Cappella, casa/osteria, oggi vicina alla chiesina di Selva, nel 1886. Era figlio di Ambrogio e di Virginia Bulgarini di Piano, che sopportò una vita molto faticosa e movimentata, finendo a Selva tabaccaia con 11 figli da almeno 4 uomini diversi. | ||
− | Augusto nacque alle Case Nuove il 22 luglio 1924, dopo Ambrogio (1922). Poi nacquero Angelo (1927), Amerigo (1930) e Azzelio (1933). I genitori erano maturi, Benvenuto 38 e Fosca/Maria Domenica Ciacci 29. In quel periodo, governo Fascista, Benvenuto entrò in miniera al Baccinello, ma non accettò la tessera del partito e tornò a fare il campagnolo a Selva, poi lavorò a dicioccare in Maremma, portando con sé i figlioli più grandi, fino al 1937, quando tutta la famiglia andò contadina della società Mineraria Monte Amiata a Poggiopinzo, podere dentro la "Contea". | + | Augusto nacque alle Case Nuove il 22 luglio 1924, dopo Ambrogio (1922). Poi nacquero Angelo (1927), Amerigo (1930) e Azzelio (1933). I genitori erano maturi, nel 1926 Benvenuto 38 e Fosca/Maria Domenica Ciacci 29. In quel periodo, governo Fascista, Benvenuto entrò in miniera al Baccinello, ma non accettò la tessera del partito e tornò a fare il campagnolo a Selva, poi lavorò a dicioccare in Maremma, portando con sé i figlioli più grandi, fino al 1937, quando tutta la famiglia andò contadina della società Mineraria Monte Amiata a Poggiopinzo, podere dentro la "Contea". |
==== La Guerra==== | ==== La Guerra==== | ||
[[file:file.jpg|400px|thumb|right|Augusto soldato e civile 1944]] | [[file:file.jpg|400px|thumb|right|Augusto soldato e civile 1944]] | ||
− | A primavera del 1943 Augusto fu convocato dal segretario del partito fascista di Selvena Favron per costringerlo ad arruolarsi nella milizia fascista, ma egli non accettò: andrò soldato, quando mi chiamerà l'esercito italiano, si giustificò: ma aveva | + | A primavera del 1943 Augusto fu convocato dal segretario del partito fascista di Selvena Favron per costringerlo ad arruolarsi nella milizia fascista, ma egli non accettò: andrò soldato, quando mi chiamerà l'esercito italiano, si giustificò: ma non aveva 18 anni. Il padre Benvenuto passò la notte in camera di sicurezza, perché doveva convincere il figlio minorenne ad arruolarsi. Augusto partì e rimase sotto fini all'8 settembre 1943 (armistizio). Fuggì con gli altri nello sbando generale da Montefiascone e tornò a casa. Quando la Repubblica sociale, nata dopo l'armistizio, cercò nuove forze, Augusto non si presentò al centro di raccolta, "andò alla macchia" dentro la "Contea" non lontano dal podere a cavare il ciocco, per non farsi trovare. Ma fu trovato dai carabinieri una domenica mattina fine gennaio che era rientrato a far colazione con la famiglia, e la moglie e il figlio. In caserma gli fu consegnato il foglio di via per partire subito. La sera si consigliò con il cugino Africo alle Porcarecce anche lui obbligato a partire, era del 1925. Questo rispose: io vo alla macchia; Augusto rispose, io parto. Africo un mese dopo fu preso a dormire in un podere all'Elmo e fucilato a Manciano. insomma con la forza Augusto fu coscritto ancora, febbraio del 1944. lo portarono a Firenze, poi Siena, dove lo aggregarono in lavori di supporto alle milizie. Passato il "fronte alleato" in estate (forse luglio?) dello stesso anno in Toscana, tornò a casa. Richiamato nel 1946, prestò il servizio militare di leva a Siena per 6 mesi. |
==== Il Matrimonio e la Famiglia==== | ==== Il Matrimonio e la Famiglia==== | ||
− | Intanto nel 1945 con la moglie e il figlio lasciò il podere di Poggiopinzo. All'Olmi nacque Ledo. La famiglia rimase lì fino al 1947, quando si trasferì contadina per Olivi Silio alla Corsica. Qui Augusto passò un brutto periodo di malattia ad una gamba, mai riconosciuta come postumi dei disagi di guerra, e qui nacquero Leda e Leo. A gennaio 1953 con la famiglia si trasferì in casa sua comprata rudere da Gino Mazzoni a Casa Vescovi. Prima con tre, poi con cinque pecore | + | Intanto nel 1945 con la moglie e il figlio lasciò il podere di Poggiopinzo. All'Olmi 1 agosto nacque Ledo. La famiglia rimase lì fino al 1947, quando si trasferì contadina per Olivi Silio alla Corsica. Qui Augusto passò un brutto periodo di malattia ad una gamba, mai riconosciuta come postumi dei disagi di guerra, e qui nacquero Leda e Leo, 1948 e 1949. A gennaio 1953 con la famiglia si trasferì in casa sua comprata rudere da Gino Mazzoni a Casa Vescovi. Prima con tre, poi con cinque pecore e un maiale ed il lavoro al Piano Fanfani migliorò le condizioni economiche di casa. Nel 1956 nacque Lauro. |
[[File:1958 famiglia casa vescovi.jpg|550px|thumb|left|Famiglia di Augusto e Alba a Casa Vescovi 1958i]] | [[File:1958 famiglia casa vescovi.jpg|550px|thumb|left|Famiglia di Augusto e Alba a Casa Vescovi 1958i]] | ||
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====Il Lavoro==== | ====Il Lavoro==== | ||
− | Augusto, molto abile nei lavori manuali, progredì. Prima manovale, poi muratore per la ditta Bachiorrini di Castellazzara lavorò molto e rese una vita dignitosa alla famiglia, finché nel 2000 fu colpito da tumore all'esofago ed allo stomaco. Operato a Roma, il male lo portò via il 17 maggio 2007. | + | Augusto, molto abile nei lavori manuali, progredì. Prima manovale, poi muratore per la ditta Bachiorrini di Castellazzara lavorò molto e rese una vita dignitosa alla famiglia, finché nel 2000 già pensionato fu colpito da tumore all'esofago ed allo stomaco. Operato a Roma, il male lo portò via il 17 maggio 2007. |
[[File:1973 augusto e tutti.jpg|350px|thumb|center|Matrimonio Lidiano e Franca con i genitori 1968]] | [[File:1973 augusto e tutti.jpg|350px|thumb|center|Matrimonio Lidiano e Franca con i genitori 1968]] | ||
====Il carattere==== | ====Il carattere==== | ||
− | Uomo mite, sempre di buonumore, affabile, pronto alla battuta allegra, | + | Uomo mite, sempre di buonumore, affabile, pronto alla battuta allegra, autoironico; teneva a mente fatti e storie di paese e li raccontava... Ho già ricordato i suoi intercalare: "come di' puttana alla volpe", riferito a chi faceva finta di non capire o non si vergognava del suo comportamento, oppure: ha tanto da fare a casa sua, senza anda' in Maremma. |
+ | Augusto era solito dire di persona molto occupata, che ne poteva pensare un'altra, prima di mettersi in un'impresa difficile: "ha tanto da fare a casa sua, senza andare in Maremma", riferita al fatto che in antico i Selvaioli erano soliti andare in Maremma durante il periodo delle faccende dei campi. Spesso chiariva il suo dire scherzando "come la gatta di Rosa", brava perché sbrigava tutte le faccende in silenzio. Spesso ripeteva che erano 'stregonerie di Natalino', un detto già della nonna, quando accadeva o si raccontava di una trovata stravagante. Nei momenti di spasso in casa ci ripeteva la filastrocca: Alzatevi, o prete, dalla santa riposanza, mettetevi le saccolle, le taccole e le culandre vostre. Ha preso foco la coda al raffiante, ha preso su per la drittafatta. Brucia Pestapepe co' tutta la mescolanza. Gli angioli e gli arcangioli l'ho con me. Or voi fate a parer de la volontà vostra... Poi la spiegava e traduceva. | ||
+ | Quando doveva spiegare che qualcuno/a se ne fregava di quel che gli dicevi o gli rimproveravi, era "come di' puttana alla volpe..." | ||
+ | Augusto quando eravamo alla Corsica contadini di Silvio Olivi veniva spesso invitato a suonare il clarino nelle case dove si ballava. Tutte le famiglie avevano i castagni e nel periodo della castagnitura tutti avevano la mesaiola (la ragazza che aiutava a raccogliere le castagne), allora ci si divertiva ballando nelle case che avevano una stanza più grande (di Severo Montauti a Casa Belardi, di Clorinda moglie di Angelo Savelli alla Corsica, che aveva anche la mescita, dei Dondolini, del Genè, Bassetti Genesio detto il Brutto perché era fratello del Bello, al Canalone). Se la mamma non poteva andare, che aveva i figli piccoli, mandava me... era gelosa assai. Una volta i genitori ci misero a letto tutti presto: me, Ledo e Leda. Loro andarono a ballare a Casa Dondolini. Leda, l'ultima nata, avrà avuto una decina di mesi, dormiva nel mezzo nel lettone. Io e Ledo nel letto a fianco. A notte fonda Leda attaccò un pianto infinito che mi svegliò: avevo sei anni; mi domandavo perché i genitori non la zittissero. Accesi la luce e mi accorsi che loro non c'erano. Allora mi ricordai che quella notte ballavano a Casa Dondolini (l'avevo capito, mentre si invitavano), sicuramente loro erano andati là insieme. Mi alzai, la scoprii: era tutta imbrattata dentro le fasce e fuori, un disastro: pulisci, trova i panni da ricambio, 'zitta, zitta, bella', ninnala. Ma lei niente, finché non si sentì pulita, sicura e l'ebbi rimessa a letto. Aspettai che tornassero. Non mi dissero manco bravo, guardarono solo che l'avessi sistemata bene. Io li brontolai!... | ||
[[file:1973 vacanze a grosseto.jpg|550px|thumb|center|Vacanze al mare delle famiglie di Menichetti Dino e Balocchi Augusto 1973]] | [[file:1973 vacanze a grosseto.jpg|550px|thumb|center|Vacanze al mare delle famiglie di Menichetti Dino e Balocchi Augusto 1973]] | ||
[[File:1991 50 matrimonio aug alba.jpg|550px|thumb|center|50° matrimonio Augusto e Alba con figli nuore e nipoti 1991]] | [[File:1991 50 matrimonio aug alba.jpg|550px|thumb|center|50° matrimonio Augusto e Alba con figli nuore e nipoti 1991]] | ||
[[File: 2005 feder nonni 2005.jpg|550px|thumb|center|2005 Federico e nonni Augusto Alba]] | [[File: 2005 feder nonni 2005.jpg|550px|thumb|center|2005 Federico e nonni Augusto Alba]] |
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Indice
Dati anagrafici
Balocchi Augusto (selva 22/07/1924 id3189)
Genitori e infanzia
Il padre Benvenuto, era nato a la Cappella, casa/osteria, oggi vicina alla chiesina di Selva, nel 1886. Era figlio di Ambrogio e di Virginia Bulgarini di Piano, che sopportò una vita molto faticosa e movimentata, finendo a Selva tabaccaia con 11 figli da almeno 4 uomini diversi. Augusto nacque alle Case Nuove il 22 luglio 1924, dopo Ambrogio (1922). Poi nacquero Angelo (1927), Amerigo (1930) e Azzelio (1933). I genitori erano maturi, nel 1926 Benvenuto 38 e Fosca/Maria Domenica Ciacci 29. In quel periodo, governo Fascista, Benvenuto entrò in miniera al Baccinello, ma non accettò la tessera del partito e tornò a fare il campagnolo a Selva, poi lavorò a dicioccare in Maremma, portando con sé i figlioli più grandi, fino al 1937, quando tutta la famiglia andò contadina della società Mineraria Monte Amiata a Poggiopinzo, podere dentro la "Contea".
La Guerra
A primavera del 1943 Augusto fu convocato dal segretario del partito fascista di Selvena Favron per costringerlo ad arruolarsi nella milizia fascista, ma egli non accettò: andrò soldato, quando mi chiamerà l'esercito italiano, si giustificò: ma non aveva 18 anni. Il padre Benvenuto passò la notte in camera di sicurezza, perché doveva convincere il figlio minorenne ad arruolarsi. Augusto partì e rimase sotto fini all'8 settembre 1943 (armistizio). Fuggì con gli altri nello sbando generale da Montefiascone e tornò a casa. Quando la Repubblica sociale, nata dopo l'armistizio, cercò nuove forze, Augusto non si presentò al centro di raccolta, "andò alla macchia" dentro la "Contea" non lontano dal podere a cavare il ciocco, per non farsi trovare. Ma fu trovato dai carabinieri una domenica mattina fine gennaio che era rientrato a far colazione con la famiglia, e la moglie e il figlio. In caserma gli fu consegnato il foglio di via per partire subito. La sera si consigliò con il cugino Africo alle Porcarecce anche lui obbligato a partire, era del 1925. Questo rispose: io vo alla macchia; Augusto rispose, io parto. Africo un mese dopo fu preso a dormire in un podere all'Elmo e fucilato a Manciano. insomma con la forza Augusto fu coscritto ancora, febbraio del 1944. lo portarono a Firenze, poi Siena, dove lo aggregarono in lavori di supporto alle milizie. Passato il "fronte alleato" in estate (forse luglio?) dello stesso anno in Toscana, tornò a casa. Richiamato nel 1946, prestò il servizio militare di leva a Siena per 6 mesi.
Il Matrimonio e la Famiglia
Intanto nel 1945 con la moglie e il figlio lasciò il podere di Poggiopinzo. All'Olmi 1 agosto nacque Ledo. La famiglia rimase lì fino al 1947, quando si trasferì contadina per Olivi Silio alla Corsica. Qui Augusto passò un brutto periodo di malattia ad una gamba, mai riconosciuta come postumi dei disagi di guerra, e qui nacquero Leda e Leo, 1948 e 1949. A gennaio 1953 con la famiglia si trasferì in casa sua comprata rudere da Gino Mazzoni a Casa Vescovi. Prima con tre, poi con cinque pecore e un maiale ed il lavoro al Piano Fanfani migliorò le condizioni economiche di casa. Nel 1956 nacque Lauro.
Il Lavoro
Augusto, molto abile nei lavori manuali, progredì. Prima manovale, poi muratore per la ditta Bachiorrini di Castellazzara lavorò molto e rese una vita dignitosa alla famiglia, finché nel 2000 già pensionato fu colpito da tumore all'esofago ed allo stomaco. Operato a Roma, il male lo portò via il 17 maggio 2007.
Il carattere
Uomo mite, sempre di buonumore, affabile, pronto alla battuta allegra, autoironico; teneva a mente fatti e storie di paese e li raccontava... Ho già ricordato i suoi intercalare: "come di' puttana alla volpe", riferito a chi faceva finta di non capire o non si vergognava del suo comportamento, oppure: ha tanto da fare a casa sua, senza anda' in Maremma. Augusto era solito dire di persona molto occupata, che ne poteva pensare un'altra, prima di mettersi in un'impresa difficile: "ha tanto da fare a casa sua, senza andare in Maremma", riferita al fatto che in antico i Selvaioli erano soliti andare in Maremma durante il periodo delle faccende dei campi. Spesso chiariva il suo dire scherzando "come la gatta di Rosa", brava perché sbrigava tutte le faccende in silenzio. Spesso ripeteva che erano 'stregonerie di Natalino', un detto già della nonna, quando accadeva o si raccontava di una trovata stravagante. Nei momenti di spasso in casa ci ripeteva la filastrocca: Alzatevi, o prete, dalla santa riposanza, mettetevi le saccolle, le taccole e le culandre vostre. Ha preso foco la coda al raffiante, ha preso su per la drittafatta. Brucia Pestapepe co' tutta la mescolanza. Gli angioli e gli arcangioli l'ho con me. Or voi fate a parer de la volontà vostra... Poi la spiegava e traduceva. Quando doveva spiegare che qualcuno/a se ne fregava di quel che gli dicevi o gli rimproveravi, era "come di' puttana alla volpe..." Augusto quando eravamo alla Corsica contadini di Silvio Olivi veniva spesso invitato a suonare il clarino nelle case dove si ballava. Tutte le famiglie avevano i castagni e nel periodo della castagnitura tutti avevano la mesaiola (la ragazza che aiutava a raccogliere le castagne), allora ci si divertiva ballando nelle case che avevano una stanza più grande (di Severo Montauti a Casa Belardi, di Clorinda moglie di Angelo Savelli alla Corsica, che aveva anche la mescita, dei Dondolini, del Genè, Bassetti Genesio detto il Brutto perché era fratello del Bello, al Canalone). Se la mamma non poteva andare, che aveva i figli piccoli, mandava me... era gelosa assai. Una volta i genitori ci misero a letto tutti presto: me, Ledo e Leda. Loro andarono a ballare a Casa Dondolini. Leda, l'ultima nata, avrà avuto una decina di mesi, dormiva nel mezzo nel lettone. Io e Ledo nel letto a fianco. A notte fonda Leda attaccò un pianto infinito che mi svegliò: avevo sei anni; mi domandavo perché i genitori non la zittissero. Accesi la luce e mi accorsi che loro non c'erano. Allora mi ricordai che quella notte ballavano a Casa Dondolini (l'avevo capito, mentre si invitavano), sicuramente loro erano andati là insieme. Mi alzai, la scoprii: era tutta imbrattata dentro le fasce e fuori, un disastro: pulisci, trova i panni da ricambio, 'zitta, zitta, bella', ninnala. Ma lei niente, finché non si sentì pulita, sicura e l'ebbi rimessa a letto. Aspettai che tornassero. Non mi dissero manco bravo, guardarono solo che l'avessi sistemata bene. Io li brontolai!...