Differenze tra le versioni di "Storia di Balocchi Augusto"
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− | Augusto nacque alle Case Nuove il 22 luglio 1924, dopo Ambrogio (1922). Poi nacquero Angelo (1927), Amerigo (1930) e Azzelio (1933). I genitori erano maturi, Benvenuto 38 e Fosca/Maria Domenica Ciacci 29. In quel periodo, governo Fascista, Benvenuto entrò in miniera al Baccinello, ma | + | Augusto nacque alle Case Nuove il 22 luglio 1924, dopo Ambrogio (1922). Poi nacquero Angelo (1927), Amerigo (1930) e Azzelio (1933). I genitori erano maturi, Benvenuto 38 e Fosca/Maria Domenica Ciacci 29. In quel periodo, governo Fascista, Benvenuto entrò in miniera al Baccinello, ma non accettò la tessera del partito e tornò a fare il campagnolo a Selva, poi lavorò a dicioccare in Maremma, portando con sé i figlioli più grandi, fino al 1937, quando tutta la famiglia andò contadina della società Mineraria Monte Amiata a Poggiopinzo, podere dentro la "Contea". |
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Versione delle 09:54, 20 gen 2021
Indice
Dati anagrafici
Balocchi Augusto (selva 22/07/1924 id3189)
Genitori e infanzia
Il padre Benvenuto, era nato a la Cappella, casa/osteria, oggi vicina alla chiesina di Selva, nel 1886. Era figlio di Ambrogio e di Virginia Bulgarini di Piano, che sopportò una vita molto faticosa e movimentata, finendo a Selva tabaccaia con 11 figli da almeno 4 uomini diversi. Augusto nacque alle Case Nuove il 22 luglio 1924, dopo Ambrogio (1922). Poi nacquero Angelo (1927), Amerigo (1930) e Azzelio (1933). I genitori erano maturi, Benvenuto 38 e Fosca/Maria Domenica Ciacci 29. In quel periodo, governo Fascista, Benvenuto entrò in miniera al Baccinello, ma non accettò la tessera del partito e tornò a fare il campagnolo a Selva, poi lavorò a dicioccare in Maremma, portando con sé i figlioli più grandi, fino al 1937, quando tutta la famiglia andò contadina della società Mineraria Monte Amiata a Poggiopinzo, podere dentro la "Contea".
La Guerra
A primavera del 1943 Augusto fu convocato dal segretario del partito fascista di Selvena Favron per costringerlo ad arruolarsi nella milizia fascista, ma egli non accettò: andrò soldato, quando mi chiamerà l'esercito italiano, si giustificò: ma aveva solo 18 anni. Il padre Benvenuto passò la notte in carcere, perché doveva convincere il figlio minorenne ad arruolarsi. Augusto partì e rimase sotto fini all'8 settembre 1943 (armistizio). fuggì da Montefiascone e tornò a casa. Quando la Repubblica sociale, nata dopo l'armistizio, cercò nuove forze, Augusto "andò alla macchia" dentro la "Contea" non lontano dal podere, per non farsi prendere. Fu trovato una domenica mattina fine gennaio che era rientrato a far colazione con la famiglia, e la moglie e il figlio. Forzatamente fu coscritto ancora, febbraio del 1944. lo portarono a Firenze, poi Siena, dove lo aggregarono in lavori di supporto alle milizie. Passato il "fronte alleato" in estate dello stesso anno in Toscana, tornò a casa. Richiamato nel 1946, prestò il servizio militare di leva a Siena per 6 mesi.
Il Matrimonio e la Famiglia
Intanto nel 1945 con la moglie e il figlio lasciò il podere di Poggiopinzo. All'Olmi nacque Ledo. La famiglia rimase lì fino al 1947, quando si trasferì contadina per Olivi Silio alla Corsica. Qui Augusto passò un brutto periodo di malattia ad una gamba, mai riconosciuta come postumi dei disagi di guerra, e qui nacquero Leda e Leo. A gennaio 1953 con la famiglia si trasferì in casa sua comprata rudere da Gino Mazzoni a Casa Vescovi. Prima con tre, poi con cinque pecore ed un maiale ed il lavoro al Piano Fanfani migliorò le condizioni economiche di casa. Nel 1956 nacque Lauro.
Il Lavoro
Augusto, molto abile nei lavori manuali, progredì. Prima manovale, poi muratore per la ditta Bachiorrini di Castellazzara lavorò molto e rese una vita dignitosa alla famiglia, finché nel 2000 fu colpito da tumore all'esofago ed allo stomaco. Operato a Roma, il male lo portò via il 17 maggio 2007.
Il carattere
Uomo mite, sempre di buonumore, affabile, pronto alla battuta allegra, ironico e autoironico; teneva a mente fatti e storie di paese e li raccontava... Ricordo i suoi intercalare: "come di' puttana alla volpe", riferito a chi faceva finta di non capire o non si vergognava del suo comportamento, oppure: ha tanto da fare a casa sua, senza anda' in Maremma.