Differenze tra le versioni di "Storie di famiglia"
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+ | Nelle ultime generazioni dei Balocchi si inserisce, prepotente, la storia e le vicende di Virginia Bulgarini di Piancastagnaio, madre di Benvenuto. Nata nel 1853, giovanissima andò a servizio per una famiglia benestante di Piano. Rimase incinta dal figlio del padrone, farmacista, già sposato con prole. Nacque Agostino, che, in accordo tra le famiglie, fu messo in collegio e mantenuto agli studi dai farmacisti, purché Virginia non si fosse sposata. Un tale Raffaello Camai di Selva, classe 1854, con rivendita di sale e tabacchi e osteria passò da Piano e la portò a Selva. Non la sposò, o meglio, la sposò solo in chiesa, ma con lei ebbe quattro figli tutti nati "da donna che non consente di essere nominata". A 30 anni Raffaello morì, lasciandole i quattro figli a carico e l'osteria. Virginia a trenta anni non poteva vivere "sola", così amoreggiò presto con un fornitore di vini. Ne ebbe un figlio. Nel frattempo cercò una sistemazione più stabile. La trovò in casa. Ambrogio Balocchi, suo cognato, era rimasto vedovo di Concetta Camai (sorella di Raffaello) con una figlia a carico. I due vedovi si trovarono d'accordo per sposarsi solo in chiesa. Ebbero sei figli, più Giovanni (Amati) del vinaio, ripreso dal brefotrofio dove era stato consegnato appena nato. Dei figli avuti da Ambrogio, soltanto all'ultimo, Emilio, non è nato da "donna che non intende essere nominata", perché nel frattempo erano successe alcune disgrazie: Agostino in collegio era morto (decadeva il patto di non sposarsi), Ambrogio era stato in fin di vita. In questa situazione Virginia non si perse d'animo: andò in Comune, fece venire a casa in calesse al capezzale del morente l'assessore, l'ufficiale di stato civile, un altro testimone e così fu sposata anche in Comune. Nell'atto di matrimonio dell'11.3.1895 Virginia riconobbe i figli nati da Ambrogio, questi riconobbe Giovanni. Frattanto Ambrogio non morì. Sei mesi dopo nacque il loro ultimo figlio, Emilio. A 45 anni il 14.2.1898 morì Virginia, lasciando l'osteria in mano alla figlia Ida Camai, giovanissima, una leggenda per la conduzione dell'attività sopravvissuta anche dopo la chiusura. Due anni dopo, il 20.2.1900, morì pure Ambrogio, lasciando la numerosa famiglia di orfani minorenni in mano ad un tutore, Le peripezie di tutti questi furono molte, comprese le difficoltà economiche, ma come Dio volle, se la cavarono. | ||
+ | Si tramanda che Virginia non fosse tenera nei rapporti con la famiglia e con la gente, anzi dura e spesso scorbutica, ma era necessaria comunque una donna di polso per venire a capo a tante faccende, a tante disgrazie entro i suoi 45 anni di vita. | ||
===[[Biografia di Balocchi Augusto]]=== | ===[[Biografia di Balocchi Augusto]]=== |
Versione delle 19:17, 25 mar 2019
Storie dei Balocchi
I Balocchi provengono da Ospitale frazione di Fanano sulle montagne pistoiesi versante di Modena. Intorno al 1715 emigrarono a Selva due fratelli, Domenico e Giovanni, nati lì tra il 1693 ed il '95, che a Selva ebbero due discendenze parallele; quella di Giovanni agli atti della Selva risulta interrotta tra l'800 ed il 900.
Non è dato sapere se continua in qualche discendente emigrato. Il ramo di Domenico è ancora esistente a Selva numeroso, poi è sparso in Maremma ed altrove. Nel libro dei morti di Selva il cognome la prima volta è scritto per il decesso di Maria Angela Ballochi, il 29 luglio 1719, la moglie di Domenico.
Al 2018 le seguenti sono storie della famiglia Balocchi Ennio di Lidiano di Augusto di Benvenuto di Ambrogio di Domenico di Antonio di Marco di Domenico - nato in Ospitale 1694, morto a Selva il 5 maggio 1739 - di Alberto (da questo nome indietro tutti vissuti ad Ospitale -Mo- fino al 1445ca) di Domenico di Alberto di Luca di Ducia di Alberto di Domenico di Pellegrino.
Ma con Leonardo, nato a Roma il 7 luglio 2007 è già pronta la nuova generazione dopo Ennio.
VITA di VIRGINIA BULGARINI
Nelle ultime generazioni dei Balocchi si inserisce, prepotente, la storia e le vicende di Virginia Bulgarini di Piancastagnaio, madre di Benvenuto. Nata nel 1853, giovanissima andò a servizio per una famiglia benestante di Piano. Rimase incinta dal figlio del padrone, farmacista, già sposato con prole. Nacque Agostino, che, in accordo tra le famiglie, fu messo in collegio e mantenuto agli studi dai farmacisti, purché Virginia non si fosse sposata. Un tale Raffaello Camai di Selva, classe 1854, con rivendita di sale e tabacchi e osteria passò da Piano e la portò a Selva. Non la sposò, o meglio, la sposò solo in chiesa, ma con lei ebbe quattro figli tutti nati "da donna che non consente di essere nominata". A 30 anni Raffaello morì, lasciandole i quattro figli a carico e l'osteria. Virginia a trenta anni non poteva vivere "sola", così amoreggiò presto con un fornitore di vini. Ne ebbe un figlio. Nel frattempo cercò una sistemazione più stabile. La trovò in casa. Ambrogio Balocchi, suo cognato, era rimasto vedovo di Concetta Camai (sorella di Raffaello) con una figlia a carico. I due vedovi si trovarono d'accordo per sposarsi solo in chiesa. Ebbero sei figli, più Giovanni (Amati) del vinaio, ripreso dal brefotrofio dove era stato consegnato appena nato. Dei figli avuti da Ambrogio, soltanto all'ultimo, Emilio, non è nato da "donna che non intende essere nominata", perché nel frattempo erano successe alcune disgrazie: Agostino in collegio era morto (decadeva il patto di non sposarsi), Ambrogio era stato in fin di vita. In questa situazione Virginia non si perse d'animo: andò in Comune, fece venire a casa in calesse al capezzale del morente l'assessore, l'ufficiale di stato civile, un altro testimone e così fu sposata anche in Comune. Nell'atto di matrimonio dell'11.3.1895 Virginia riconobbe i figli nati da Ambrogio, questi riconobbe Giovanni. Frattanto Ambrogio non morì. Sei mesi dopo nacque il loro ultimo figlio, Emilio. A 45 anni il 14.2.1898 morì Virginia, lasciando l'osteria in mano alla figlia Ida Camai, giovanissima, una leggenda per la conduzione dell'attività sopravvissuta anche dopo la chiusura. Due anni dopo, il 20.2.1900, morì pure Ambrogio, lasciando la numerosa famiglia di orfani minorenni in mano ad un tutore, Le peripezie di tutti questi furono molte, comprese le difficoltà economiche, ma come Dio volle, se la cavarono.
Si tramanda che Virginia non fosse tenera nei rapporti con la famiglia e con la gente, anzi dura e spesso scorbutica, ma era necessaria comunque una donna di polso per venire a capo a tante faccende, a tante disgrazie entro i suoi 45 anni di vita.
Biografia di Balocchi Augusto
Genealogia di Maria Domenica detta Fosca Ciacci nei Balocchi
Biografia di Gonnelli Alba
Genealogia di Alba dei Gonnelli
Genealogia di Alba dei Morelli
Biografia di Balocchi Lidiano
Biografia di Balocchi Ledo
Storie dei Menichetti
I Menichetti sono sempre esistiti a Selva. Numerosi tra il Seicento ed il Settecento, quando vi dimoravano. Poi il ramo di Selva forse proveniente da Bagnolo è proseguito a Selvena, in particolare a Poggiomontone. I figli di Selvena hanno continuato a intrecciarsi con quelli di Selva, fino ad oggi. I Conti di Santa Fiora assegnarono una striscia di terreni delle Rombe, che oggi si comprende nelle località di Bruciaticci e Capannoni, ai Montonai per piantarvi vigneti e oliveti. Peraltro la borgata di Poggiomontone era composta da famiglie Menichetti: molta parte di quegli appezzamenti sono tuttora proprietà dei Menichetti. Tra il '700 e l'800 un Menichetti rappresentò Conti Sforza per gli affari nella Comunità di Castellazzara.