Storia di Ciacci Maria Domenica detta Fosca nei Balocchi
- Matrimonio e famiglia
Ciacci Maria Domenica, detta Fosca, nacque a Selva il 10.2.1895 e si sposò con Benvenuto Balocchi intorno al 1920. Nonna Fosca era una bella donna, alta, un bel personale. In ultimo anche robusta. Soprattutto era una donna molto aperta, sempre di buon umore. Voleva bene a tutti, ai nipoti in particolare. Aveva per loro sempre qualche golosità. Ho sempre nel naso l'odore dell'anice che teneva in un bottiglione e me l'offriva, quando passavo a trovarla. Mi invitava ad ascoltare con lei le musiche dei "ciociari", diceva, che lei sapeva trovare nella vecchia radio di casa (del resto era analfabeta).
- Carattere e notizie
Tutti le volevano bene, sapeva attirare attenzione ed amicizia. Nonno Benvenuto ne era innamorato e molto geloso per via della "chitarrina", si raccontava nel vicinato. (Nonno era un fedele suonatore di chitarra - e chitarrina era un'allusione! - che portava spesso con sé all'osteria, tra gli amici e cantava..., cantava stornelli e canzoni dei suoi tempi). Nonna era solita liquidare chi la faceva troppo lunga e non concludeva: famone meno e condimola meglio. Nonno invece sentenziava: senza lilleri, non si lallera... riferito al fatto che tutte le cose costano. Ricordi: a Poggiopinzo, nel podere, Fosca metteva al forno sette pagnotte di pane, una al giorno per una settimana per la famiglia. Poi ne metteva una di semola, il pane nero, si diceva: questa era per il cane. Quando andavo a trovare i nonni, a dormire mi mettevano in mezzo nel lettone che sprofondava: aveva una coperta di lana pesante a quadri rossi e bianchi, fatta a telaio, pesantissima; stavo bene, molto caldo. Nel vecchio podere la cucina era a pianoterra, grande e ai travi vi erano attaccati gli acchiappamosche, tanti: erano cartucce che contenevano un nastro giallo/marrone appiccicoso che si allungava e si appendeva, le mosche volando vi si appiccicavano. Stavano tanto lì appesi, quasi neri di mosche che mi facevano un po' senso.
Fosca fu colpita da ictus a Selva, m la malattia e la morte l'ha trovata a Venturina in casa del figlio Ambrogio. Ricordo che in occasione della visita in foto sopra, lei mi raccomandò l'educazione dei figli: i tuoi figli ora sono come il giunco. Hai visto la piena della Fiora? quando passa lo piega e lo strata, ma poi, passata la piena, torna diritto come prima. Ecco i figli ora si piegano e si educano bene, imparano per quando saranno grandi.
Morì a dicembre del 1972 in casa del figlio Ambrogio alla Venturina.